lunedì 17 marzo 2014

NON CE LA FACCIO PIU'.

Avrete pensato che fossi morta.
In un certo senso è così, ma QUANTO morta non lo so. Potesse esserci un misuratore del grado di mortalità, penso che sarei ad un livello elevato. Invece purtroppo a questo mondo la definizione di morte è univoca e per questa società io sono ancora biologicamente viva. 
Forse fisicamente un po' deperita, ma ancora viva.
Sarò sincera: non ho sentito il bisogno di scrivere per molto tempo, perché per molto tempo ho continuato a ingoiare il dolore quotidiano nella speranza che quello che stessi facendo mi portasse almeno un po' di sollievo e felicità. Invece non è successo niente, anzi le cose sono andate peggiorando fino ad ora, fino a distruggermi e a privarmi di qualsiasi capacità di sorridere alla vita.
Sono successe così tante cose da quando ho scritto l'ultima volta. E' passato un mese e mezzo. Vi ho lasciato che pesavo 60 kili, torno che ne peso 53. 
Non mangio, non mi va più.
Oppure mi abbuffo, poi mi chiudo in bagno, apro il rubinetto, bevo fiotti d'acqua fino a sentire lo stomaco che scoppia e vomito. Vomito tutto. Insieme al cibo vomito i dolori e i rimpianti di giornate tristi, accumulate tutte sul mio stomaco. Vomito il dolore per quel ragazzo che, un mese fa, mi ha strappato quella verginità che da 20 anni custodivo come il bene più prezioso, usandola e calpestandola a suo piacere.
Vomito l'ansia di attendere il giorno in cui l'ultima udienza del ricorso che ho vinto deciderà se posso sentirmi definitivamente una studentessa di medicina, anche se tutti mi dicono che è solo una proforma. 
Vomito il fastidio che causo a tutta la mia famiglia, che, come un brutto sortilegio, si riflette su di me e mi costringe a letto giornate intere. 
Ho tutto, ma non ho niente.
Più sparisco, più mi sento ingombrante.
La bilancia è la mia migliore amica, compagna fedele che gli ultimi mesi mi ha dato solo soddisfazioni.
La psichiatra mi ha messo alle strette: una lista di ordini che già sa che non rispetterò mai. Non da sola.
"BUTTA LA BILANCIA.
MANGIA NORMALE.
SMETTI DI VOMITARE.
SE CONTINUI COSI', L'UNICA VIA E' IL TSO".

E io mi barcameno in questo delirio malato di effimera onnipotenza.

Io non mangio, non ne ho bisogno. O almeno credo.
Digiuno giornate intere, ma non lo faccio nemmeno più per il peso. Il peso scende? bene, sono contenta, o forse no, o forse mi lascia indifferente.

Vomito pezzi di vita calpestati, trinciati, rovinati per sempre.

E non mi rendo conto che quella vita che butto nel cesso è la mia, che nessuno me la darà indietro e che ci sono cose a cui non si può rimediare, come il dolore all'esofago, segno evidente di una esofagite in arrivo, il dolore ai muscoli, il corpo intero che non perdona. 
Ma io continuo, non lo so perché. 
Loro continuano a fare domande, e io continuo a dire che le risposte non ce le ho. Perché é vero: non ci sono risposte, ci sono solo fatti e avvenimenti che accadono.
Il perché non cambia niente, non cambia le conseguenze. L'avvenire avviene e basta, fine della storia.
Forse questo è il mio destino, morire di fame.

6 commenti:

  1. Mi sono chiesta spesso che fine avessi fatto; la tua mancanza sul blog si è sentita.
    Vorrei dirti complimenti per il peso ottenuto, ma proprio tu con queste parole dimostri come se si stava male a 60 kg si sta male anche con 7, 10, 15 kg in meno.
    Sei comunque lucida e razionale quando scrivi, ti rendi conto che nel cesso stai buttando la tua vita, e non solo quello che mangi.
    L'augurio che ti faccio è che diventando studentessa di medicina, che sin da quando di leggo è il tuo obiettivo, ti sproni e ti dia la motivazione necessaria a stare meglio, a vivere la vita che meriti e non questo inferno di sofferenza ed apatia che stai vivendo ora.

    Ti stringo forte.

    RispondiElimina
  2. Ho letto il tuo Post e quelli precedenti ma sinceramente non saprei che tipo di commento lasciare. Senza una rotta, anche sbagliata, è difficile proseguire in qualche maniera e probabilmente è quello che ti sta accadendo. Spero che in te cambi qualcosa e tu possa ritrovare un po' di felicità.

    RispondiElimina
  3. Questo post è tragico, come la maggior parte dei tuoi post, eppure io colgo uno spiraglio : la consapevolezza.
    Spesso le persone affette da un disturbo alimentare sono in una sorta di "fase di negazione perenne", negano e non riconoscono il problema, mentre tu dimostri una grande lucidità.
    Il mio psicologo me lo diceva sempre : io ero molto consapevole, consapevole in modo inusuale. Non ero la tipica anoressica che pian piano scopre le motivazioni del suo comportamento grazie alla terapia, io sapevo già tutto. Mi ha ripetuto mille volte che sembrava quasi che recitassi una parte, che avessi appreso a livello teorico tutto ciò che facevo, più volte mi ha detto che si sentiva preso per il culo. Sapevo già tutto, mi ero già analizzata da sola, lui non mi diceva nulla di nuovo.
    In te vedo tanta consapevolezza e credo che, se tu ti guardassi dentro e ti auto-analizzassi, capiresti esattamente come "funzioni" e perché sei così. Una volta individuato il fulcro, agendo su di esso, potrai cambiare.

    Anche io ho subito la minaccia del TSO e anche quella di morte, sia dalla gente che dal mio corpo... Le minacce non servono a niente. Non si cambia per paura, non si cambia per gli altri, si può solo cambiare PER SE STESSI. Gli altri possono aiutarci, ma dipende tutto da noi... È una battaglia che bisogna combattere da sole ; gli altri possono fare il tifo per noi, incoraggiarci, fornirci delle armi, ma sul campo siamo fottutamente sole.
    Solo tu puoi salvare te stessa e io lo so, LO SO, che sei sufficientemente forte... La verità è che, per ora, non vuoi davvero liberarti del DCA. Quali sono i fattori di mantenimento? Cosa significherebbe, per te, abbandonare il DCA? Quali sicurezze ti dà? Cosa perderesti se guarissi?
    Ma soprattutto...
    Cosa guadagneresti guarendo? Sei sicura che i "pro" offerti dal disturbo alimentare valgano più della libertà e della vita vera? Non sei stupida...

    È quasi primavera, è tempo di rinascita... Torna a vivere. PROVACI. Il fallito non è chi prova e non riesce a raggiungere il suo obiettivo al primo colpo, bensì chi non ci prova nemmeno, precludendosi a priori ogni possibilità di successo.

    Ti abbraccio ♥

    RispondiElimina
  4. Il tuo blog si chiama 'Road to happiness', giusto? A quanto pare, hai perso questa 'strada', la via da seguire per tagliare un traguardo, ma hai perso anche te stessa, che è la cosa più grave. Credo ti trascini ogni giorno sull'asfalto con una maschera sul viso, oppure con la tua stessa faccia che non riflette più la vera te, o la vecchia te, non lo so. Rinasci. Ricordo anche un tuo vecchio posto, 'rebirth', perché non lo fai di nuovo? Al centro di tutto ci devi essere tu e il tuo benessere, hai 20 anni, sei (siamo) giovane(i), hai il diritto inviolabile di vivere.
    Un bacio.

    RispondiElimina
  5. Lo dici tu stessa, non ce la fai piu'...allora perche' arrivare al tso?
    Dì alla tua psichiatra che non ce la fai a rispettare quella lista, e non perche' ti manchi la volonta', ma perche' sei nella morsa di una cosa troppo forte, troppo potente per poterla gestire semplicemente imponendoti di smettere di fare questo, o provare a fare quest'altro...dille che hai bisogno di aiuto, a questo punto credo che solo un ricovero possa aiutarti in modo piu' concreto, ma TU devi scegliere di salvarti prima di tutto...di non arrenderti a quel destino infame...
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  6. Ehi tesoro mi spiace davvero tanto per il periodo che stai passando. In parte ti capisco molto. E' un periodo abbastanza di merda, si. Non riesco a trovare belle parole, non riesco proprio a trovare parole oggi. Quindi ti chiedo scusa se ti sembreranno banali e stupide, ma sono sincere.
    Credo che quello che abbia detto la psichiatra sia una gran stronzata. Smettere di vomitare, mangiare normale, buttare la bilancia?? Fosse così facile, staremo tutte bene. Ci vuole tempo, ci vuole uno sforzo immenso e voglia di combattere. Soprattutto servono piccoli passi, non può certamente pretendere che tu faccia tutte quelle cose.
    Tesoro cerca di risollevarti un po'. Piccole cose, piccoli passi verso una strada migliore. Cerca di mangiare poco ma costantemente, senza digiunare, senza abbuffarti e poi vomitare.
    Se davvero non riesci a trovare nemmeno una piccola via di uscita, il ricovero potrebbe essere una buona idea.
    Cerca di pensare che hai diritto alla vita, hai diritto a vivere e che ce la puoi fare.
    Ti stringo forte.

    RispondiElimina