venerdì 20 settembre 2013

Sono sparita? NO, sono sempre qui.

Mi manca scrivere tutti i giorni, aggiornare con il diario alimentare, essere una persona costante e ordinata anche qui.
La verità però è che mi sono stancata di ripetere a me stessa che un giorno le cose andranno come voglio, che sarò quello che desidero e che perderò ancora più chili.
Sono stanca di lavorare sodo e non vedere miglioramenti, o di vederli solo molto lentamente. E tutta questa stanchezza prima o poi varca la soglia limite, sfociando in crisi, che mi costringono a letto, privandomi di intendere e di volere.
Bulimia, anche oggi. Eppure sto così bene. Sono così stupida da ritenermi soddisfatta di sentire lo stomaco che brontola dopo aver vomitato. Perché mi dà la certezza che è vuoto.
Eppure? Che cosa ho guadagnato?
-Una giornata persa, passata nella totale apatia e depressione, sotto le coperte.
-Fitte lancinanti al petto.
-Tachicardia e respiro affannato.
-Dolore di mia madre che non ce la fa più a vedermi in questo orrido stato.

La mia vita è una barca sperduta in mezzo al mare: niente terre all'orizzonte. Giro e rigiro, ripeto percorsi infiniti, ma alla fine mi ritrovo sempre li.
Alterno digiuni ad abbuffate, allegria ad infelicità.

Vorrei essere più stabile, riprendermi ed essere più presente, anche per voi.
Ma è così difficile. Vorrei commentarvi tutte, proprio ora, ma ho gli occhi così affaticati dallo sforzo per il vomito che sembrano uscirmi dalle orbite, e la vista così appannata che mi sembro drogata.
Volevo scrivere per farmi viva, anche se questo è uno dei post più inutili che abbia mai fatto.
So che sono deprimente, e vorrei tanto farvi leggere qualche volta qualcosa di più allegro.
Ma non c'è, è questo il problema.

domenica 15 settembre 2013

Soffia un vento freddo. Fuori e dentro me.

Settembre. 
Il ponte tra Estate e Inverno, il mese del "ricomincia la vita". Per chi una vita ce l'ha certamente. 
Molte di voi che starete leggendo andranno ancora alle scuole superiori, io invece frequento l'università. O mi illudo di frequentarla, ancora non lo so.
IL LICEO. Begli anni quelli, sì. Se ci penso, i migliori, o almeno assolutamente migliori rispetto all'ultimo che ho trascorso. La mia strada l'ho persa proprio uscendo da quelle mura, che tanto mi imprigionavano quanto mi rassicuravano. In quell'aula con le finestre aperte sul mondo potevo sognare la vita degli adulti, cullandomi nella dolce attesa di un futuro che ancora non mi apparteneva. Cosa darei per tornare ad un'interrogazione di greco, ad un compito di latino. Quello che vivevo là dentro, che allora mi sembrava una carneficina, non è niente se paragonato al vuoto che provo ora. 
La maturità, oltre che sul piano scolastico, sancisce il tuo grado di abilità nell'affrontare il mondo, in teoria, no? Usciti da lì si dovrebbe essere in grado di destreggiarsi di fronte alle scelte che la vita ti offre.
Allora perché io, povera piccola comune mortale, uscita con un inutile 100, mi sono vista cadere nel baratro della depressione proprio con la fine del liceo?
E' Settembre e io, giovane donna, solo 20 anni alle spalle, trascorro le giornate dietro i vetri della mia finestra ad ascoltare il vento che soffia forte e ad ammirare le foglie che, una dopo l'altra, sempre più rosseggianti, cadono sul tappeto di terra che le inghiottirà per sempre. 
Vorrei essere una foglia: essere sorretta dal mio verdeggiante albero e farne parte. Piccola, ma a suo modo importante, minuscola ciocca di una chioma lussureggiante. Lasciarmi muovere dal vento, senza pretendere niente di più di quello per cui la natura mi ha creata. E poi lasciarmi andare, nel momento decisivo, per riunirmi eternamente a quella stessa terra che mi ha creata.


E invece sono un  e s s e r e   u m a n o . Un puzzle di fredde membra incollate tra loro. Eppure sono convinta che qualche pezzo sia stato messo male perché non mi sento molto funzionante. Aspetto di essere composta a dovere, ma intanto mi impolvero, qui nella mia stanza. Stesa sul mio letto, mentre il freddo ricomincia ad impossessarsi di me. Sembra quasi che il vento da fuori entri tramite le mie finestre e trapassi il mio corpo, per poi riempire le mie cavità interne e rimbombare in quel baratro che mi possiede. 

Sono troppo gialla, dice mia madre. E' un colore brutto, non è sano, continua. E' colpa delle troppe carote dice lei.

Non mi importa, dico io. Nessuno deve vedermi, e da nessuno mi farò vedere.

Arriverà un giorno in cui tutti questi dannati sforzi mi ripagheranno, e non voglio mollare, non posso mollare. Arriverà un giorno in cui sarò così leggera e completa che quel vento che ora mi prende da dentro e mi getta a terra, non mi scalfirà nemmeno.

martedì 10 settembre 2013

Scrivo poco.

Il motivo? Chiaro, non ne ho voglia.
Il perché? Mi sento sempre più fallita. Il peso bloccato e insieme a lui anche la mia anima.
Il fatto è che ho puntato tutta me stessa su una cosa che non mi sta dando più alcuna soddisfazione
Di conseguenza le abbuffate sono sempre dietro l'angolo.
Voglio sparire. Smettere di mangiare. NON VOGLIO MANGIARE. MI ODIO.

domenica 8 settembre 2013

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Breve post per condividere con tutte/tutti voi di Blogger la mia coca light :D


Per il resto, non ho niente di nuovo da scrivere. Resoconto degli ultimi due giorni in un parola? SCHIFO.
Ho dormito, dormito e ancora dormito. Ora tornerò a letto, domattina farò il test per Medicina (di cui, tra parentesi non me ne frega niente, ma lo faccio per i miei) e poi PROMETTO che domani passerò da tutte voi. E' troppo che non vi commento, scusate l'assenza, ma sono giorni neri questi. Però vi penso sempre, sappiatelo! <3

venerdì 6 settembre 2013

Dispensa piena, anima in pace.

Ho sempre amato andare a fare spesa da quando soffro di disturbi alimentari. Come saprete, sono una di quelle che passerebbero ore a spulciare le etichette dei cibi, a scorrere lo sguardo tra gli scaffali, a cercare cibarie gustose ma con un basso apporto calorico. Ultimamente mi concedo anche di comperare cose più caloriche e gustose. Ad esempio un delle ultime volte ho comprato nutella e tuc. Ma in proporzione non consumo mai per quanto compro. Il mio reparto della dispensa (sì perché sono fissata e tengo una mensola solo per le mie cose con un cartellino con su scritto il mio nome) è sempre pieno di cose che poi alla fine non mangio: pasta integrale, fagioli, ceci, cracker, marmellata. Va sempre a finire che pago da sola queste cose e poi le svendo agli altri componenti della famiglia.
Il fatto è che non le compro tanto perché ho il desiderio di mangiarle, quanto perché vedere tutte quelle bontà mi rende serena e me le fa desiderare di meno che se non ce le avessi. Una dispensa vuota, un frigo scialbo mi rendono tanto triste. Invece il mio amore per il cibo è direttamente proporzionale al mio odio, e quindi anche se so di non meritarmelo, adoro colorare la cucina con tanti tipi di cosine differenti.
E' una cosa strana, ci pensavo oggi quando ho guardato quante cose ho che non mangio.
Per la gioia mia e di chi apprezza i miei fotodiari alimentari oggi ho ripreso a farli :)

S delle ore 23 di ieri (lo sottraggo alle calorie di oggi così torno in paro): carote+1 mela 
--->214 cal
C: fetta biscottata con 7 gr di Nutella+succo di prugna --->170 cal


S:--
P: passato di verdure verdurì+1 mela --->125 cal


S: 4 carote --->112 cal
C: sarò a cena fuori purtroppo. Vado perché ho tanta voglia di rivedere le mie amiche, ma poca di mangiare. Prenderò un'insalata.
TOT: aggiorno stasera 

Vi abbraccio e vi stringo tutte <3



giovedì 5 settembre 2013

Ritorno sempre qua, nella mia prigione-rifugio.

Sono stati giorni di assenza questi: non ho scritto, non vi ho commentato.
Avevo bisogno di riprendermi. Dal test, dai tagli, dalle abbuffate. Da me stessa.
Ho dormito, ma non quanto avevo detto. Non ho digiunato, come mi avete consigliato.
E vi ringrazio tanto perché come al solito siete state subito pronte a commentarmi e a sostenermi.
Sono ripartita, o perlomeno ci sto provando. Sto facendo la 2468 e per ora riesce.
Questa settimana mi sono accontentata di non vedere il peso aumentato. Ora voglio vederlo SCENDERE.
Riprenderò a mettere i da con le foto perché è una cosa che mi rende molto allegra e mi aiuta.
Per il resto non so che dire; arriverà un giorno in cui maledirò il mio disturbo alimentare e lo accuserò della lucidità di cui mi ha derubata, della concentrazione che mi ha sottratto, delle amare sensazioni che mi sta facendo provare e delle possibilità di vivere che mi nega.
Ma adesso non posso che lodarlo e ringraziarlo perché se non lo avessi avuto, il vuoto mi avrebbe fagocitata, inglobandomi nell'immensità della sua oscurità. E invece ho qualcosa a cui pensare, qualcosa per cui vivere, qualcosa in cui riporre le attenzioni e le forze.
Ed è un'attrazione così fatalmente meschina e inaffidabile; eppure non posso farne a meno.
Perché questa cosa così intangibile, eppure così presente, allo stesso modo in cui ti getta nel baratro, poi ti porge la mano e ti risolleva, cullandoti nel malato piacere della sua benevolenza.
E posso girare, correre, fare qualche passo nel mondo fuori, ma questa prigione da cui evado, si trasforma in promettente rifugio ogni volta che anelante ritorno sotto le sue mura.
E in quanto tale, mi resta difficile ogni giorno di più abbandonarlo.


lunedì 2 settembre 2013

Sempre più giù.

Volevo ripartire oggi, e invece sono affondata completamente.
Mi sono tagliata oltre che aver vomitato.
Domani do questo cazzo di test, poi non voglio saperne di niente e di nessuno per un bel po'. Voglio passare le mie giornate a dormire, nel mio letto, lontana dal cibo, lontana da tutto. Solo in quel modo ho la possibilità di non pensare, di non odiarmi.
Ho in programma una bella settimana di digiuno in stile vegetale allettata; mi alzerò solo per andare al lavoro.
E' questo che mi merito, niente altro.
Scusate, scusate se non commento, ma non ho le forze per sostenere psicologicamente qualcun altro, già non ci riesco con me stessa.
Vorrei essere più positiva, per me e per tutte voi, ma non ci riesco più.

domenica 1 settembre 2013

Doveva andare così.

Avete presente quelle giornate che sembrano segnate in senso negativo già da quando ti svegli? Quelle giornate in cui ti alzi e senti la pesantezza della tua vita addosso, e l'unica cosa che vorresti fare sarebbe ritornare a letto e  dormire ad oltranza, nella speranza di risvegliarti in una vita migliore, diversa, in cui una nuova te, rinata e magnifica, sia la protagonista di una storia perfetta e felice.


Ma purtroppo non esiste soluzione migliore che rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per dare un senso alla propria esistenza, e ripartire, anche se piano, per uscire dalle sabbie mobili che ci attanagliano l'esistenza.
Non so cosa mi è preso. O forse lo so. Sono nervosa, per mille motivi e per nessuno in particolare.
Sono stati giorni un po' distruttivi questi. Ho lavorato spesso, ho dovuto sopportare i rimproveri immeritati di una titolare nervosa e autoritaria e ho pianto per quanto successo. Ho studiato, o almeno ci ho provato e aspetto che arrivi martedì per dare questo benedetto test di veterinaria. Anche se alla fine non sono nervosa; sono piuttosto insensibile al tutto, e non riesco a capire se è perché non mi interessa così tanto entrare o perché è la mia malattia che annebbia tutti i miei sentimenti.


Quindi, oggi, presa da tutto quello che mi circonda, e che mi fa sentire tanto insicura, quanto inetta, ho aspettato che i miei andassero a pranzo dai nonni e ho mangiato fino a morire.
Ebbene si, oggi mi sono abbuffata, dopo un mese che non lo facevo.
Avrei potuto tagliarmi, ma ho preferito scegliere il male "minore", o almeno quello che passa più inosservato e che infido, agisce in maniera silenziosa e invisibile.
Mi sono fatta fuori, in ordine:
-un barattolo di Nutella da 400 gr con fette biscottate.
-una tazza di cereali
-fiocchi di latte
-seitan
-200 gr di gelato Diet
Per un totale di quasi 3000 calorie.
E poi ho rimesso tutto. L'ho fatto perché DOVEVO, era uno step necessario per rendere la mia abbuffata completa. Già mentre mangiavo pensavo che lo avrei fatto.
E la cosa peggiore è che mi sentivo IN DIRITTO di farlo, dopo così tanto che stavo in astinenza.
 Ne sentivo il bisogno, fisico e mentale. Avevo la necessita di sfogare il mio nervosismo in quel modo, e sapevo che non c'era via d'uscita se non cedere alla bulimia.
I sensi di colpa ci sono stati, e ci saranno sempre. Ma oggi è stato diverso da quando ci si abbuffa tanto per sfizio, perché abbiamo voglia di qualche tipo di dolciume o di cibaria, o perché ce l'abbiamo con la bilancia che ci ha deluse. Io oggi non avevo la minima voglia o necessità di mangiare. Avrei potuto anche digiunare. Invece avevo una voglia immensa di vomitare, e l'unico modo era mangiare, per forza.
L'abbuffata di oggi non è stata una reazione a qualche delusione riguardo al mio peso. Il mondo delle calorie e delle diete oggi ne era escluso.
L'episodio di oggi è stato il punto d'incontro in cui sono culminate due linee parallele della mia vita: quella dei dca e quella dello studio e del lavoro. Attraverso la bulimia oggi ho sfogato la pressione di un mese intero, e ne avevo bisogno, come non mai.
Ed è orrendo da dire, ma dopo essermi liberata completamente lo stomaco, mi sento più leggera non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Non mi sento così tanto depressa e triste come quando finisco ad abbuffarmi senza un motivo; invece sono tranquilla, perché una parte di me mi dice che oggi era così che doveva andare.
Tuttavia per coerenza riprenderò a scrivere gli ultimi 20 giorni della sfida tra un mese, quando sarò riuscita a trascorrere altri 30 giorni senza bulimia.
Vorrei capire quale sia la mia strada, e da che parte dovermi rivolgere.
Vorrei poter essere felice. Ma non so come fare.

So solo che domani è lunedì, ancora. E si ricomincia, ancora. Perché non sono abbastanza, ancora. Abbastanza magra, abbastanza brava, abbastanza carina, abbastanza esile. E forse non lo sarò mai.