mercoledì 29 aprile 2015

Miraggio.

Certi giorni mi alzo e mi sento così fallita e così persa. Mi manca quella che ero, mi manca essere in grado di non mangiare, essere capace di digiunare, di bere solo acqua per giorni interi.
 Mi manca essere 50 chili.
Tutto questo mi sembra solo un miraggio.

Ora come ora mi barcameno tra un'abbuffata e un digiuno, ogni giorno lotto per ritrovare quella forza perduta che una volta mi permetteva di andare avanti imperterrita per la mia strada. Ma quella forza non c'è, è sparita, come dissolta in polvere, andata in fumo. Un castello che si nascondeva dietro una cinta di mura, ma che in realtà senza protezione non sarebbe in grado di rimanere in piedi nemmeno per un giorno. Sono una casa senza fondamenta, un mare senza acqua, il deserto più assoluto. Mi manca la sostanza, il sale, il sapore della vita. Mi manca la voglia di fare, di respirare, di ridere, di scherzare, di vivere. Mi guardo allo specchio e capisco che tutto quello che avevo raggiunto era fugace, un sogno fallace, privo di futuro e annegato nel passato. Cosa rimane di tutti i digiuni che ho fatto? Cosa rimane delle calorie contate con costanza e selezionate ogni santo giorno? Cosa rimane di tutti i NO di fronte a una pizza, a delle patatine, a un dolce? NIENTE. Il niente più assoluto. Un ammasso di grasso informe, tanto pieno all'esterno per quanto vuoto all'interno. Una matrioska senza nulla dentro, paffuta ma piena d'aria e di insensatezza. Eppure quel niente sembra l'unica ancora di salvezza a cui potersi agganciare. Mi abbuffo solo per poter provare il piacere di controllare il mio stomaco che si svuota a comando come una spugna strizzata dopo essere stata immersa nell'acqua. Lo senti, lui è lì che vorrebbe urlare, ti giura che sta per scoppiare non ce la fa più, ma tu non lo ascolti e ingurgiti, ingurgiti, dolce e salato insieme, caldo e freddo, freddo poi caldo, liquido, solido, e ti sembra di morire ma non ti importa, non ti fermi finché davvero non ce la fai più. Allora si che puoi farlo, che puoi correre al bagno, perché ora con questo pallone al posto dello stomaco vomitare sarà facilissimo. Non userai nemmeno le dita o dei cucchiai, sei sempre riuscita  a farlo senza, ti è venuto automatico fin dalla prima volta. Bevi un sorso di acqua corrente, e poi lo senti che inizia a ribellarsi ancora di più, lui è lì, che non vorrebbe ma sta andando contro la sua natura. Vorrebbe risalire per l'esofago, arrivare fino in bocca perché non ce la fa più, è troppo grosso, è troppo pieno. E allora tu lo contrai sempre di più come fai quando avviti una molla, tiri, giri e rigiri, fino a quando come un'esplosione, ti liberi di tutto, e il tuo corpo è pervaso da un piacere indescrivibile, un orgasmo di tutti i sensi, che ti rende consapevole che tu in quel momento, ancora una volta, sei riuscita a dominare il cibo e in un qualche modo sei lontana da lui. E sei consapevole che ora tutto ti fa schifo e non vorresti nemmeno bere da quanto sei nauseata. E allora ti rifugi nella piacevole idea del digiuno, purificatore del corpo e dell'anima, perfetta abitudine di chi eterea e leggiadra è riuscita a differenza tua a non tradire l'anoressia. Perché tu non la volevi, non la cercavi, eppure l'hai trovata e te ne sei innamorata. Siete state amanti, ma poi l'hai tradita, vi siete allontanate e ora ti aggrappi con tutta te stessa, in questi momenti, alla pacifica sensazione dello stomaco vuoto, retaggio di un'era che non tornerà mai più.


sabato 25 aprile 2015

Bugie.

Non passa giorno in cui non nascondo la mia malattia. Mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi, nei quali la proteggevo con cura, per paura che potessero portarmela via. Non voglio fare la vittima e nemmeno quella che non si rende conto di quello che sta succedendo. So benissimo cosa sta accadendo: mi sto di nuovo facendo sedurre dalla bellezza della restrizione,consapevole che questo vorrà dire poter ricadere di nuovo nel buio della non-alimentazione, e di abbuffate ancora più ricorrenti. Tuttavia non sto esagerando. Non sono ancora tornata a mangiare meno di 500 calorie al giorno, e sinceramente spero di poter dimagrire senza ritornarci. Intanto posto il diario alimentare di ieri, stasera aggiungerò quello di oggi.

DIARIO ALIMENTARE 24/04/15

Colazione: Frullato al cioccolato+Cappuccino di Soia (287 cal)
Spuntino: due bicchieri di succo di frutta (120 cal)
Pranzo: 20 gr pane integrale+ 50 gr polenta+ 2 bicchieri succo frutta (285 cal)
Spuntino: purea di mela (55 cal)
Cena: 2 fette biscottate+ carote crude+ 2 mele (325 cal)

TOT: 1073 cal
Esercizi: 12 minuti salto della corda+ camminata (244 cal)

NETTO: 829 cal

Aggiornamento delle 18:17

DIARIO ALIMENTARE 15/04/15

Colazione: 2 mele+ 3 fette biscottate+ 25 gr di marmellata+ cappuccino di soia (390 cal)


Spuntino: carote+ 2 fette biscottate (107 cal)


Pranzo: ceci+ fagiolini+ mela (357 cal)


Spuntino: 2 fette biscottate+ 3 carote+  cappuccino di soia (153 cal)
Cena: 2 mele (155 cal)

TOT: 1162 cal
BRUCIATE: 113 cal
NETTO: 1049 cal

giovedì 23 aprile 2015

70 chili di Merda.

Ecco cosa sono. Sono una merda vivente. Un ammasso inutile di grasso e stupidità umana. Ennesima abbuffata, ma stavolta mi sono limitata a un piatto di riso integrale...un piatto. Forse meglio dire mezzo chilo di riso integrale, vomitato ovviamente. Ma peso quanto una balena arenata, che stesa sulla sabbia sembrerebbe ancora più pesante di quanto non lo sia in realtà in mare. Mi ci vorrebbe una piscina, vorrei vivere in una piscina, e sentirmi costantemente leggera. Come ho fatto a ridurmi così?  Pesavo 50 chili, adesso sono un'otre,  una schifosa boa alla deriva, in un mare di merda. Ecco come mi sento. E giuro che adesso starò senza mangiare fino a svenire. Cazzo quanto mi faccio schifo. Mi ritiro a dormire con la speranza di non svegliarmi se non che con 20 chili di meno addosso. Digiuno, di 3 giorni minimo. Dicono che si perda 500 Gr ogni giorno senza mangiare. Sarò brava stavolta, starò senza mangiare finché posso. Poi rimangerò.  Poi di nuovo digiuno. Fino a quando Dio mi terrà in questa Merda di vita.

domenica 19 aprile 2015

Bulimia, Bulimia, perché non vai più via???

Una giornata intera passata a vomitare. Guadagni? 1 chilo in meno sulla bilancia. Perdite? Tanto per iniziare una giornata di studio, poi la serenità e la tranquillità, per non parlare della voglia di fare qualsiasi cosa.
Questo tira e molla di azioni mi getta in uno stato di completa apatia, così forte che il mio unico desiderio è quello di chiudere le tapparelle, coprirmi con le coperte e dormire, in attesa che arrivi un giorno migliore. Fosse per me potrebbero benissimo ibernarmi se solo fosse possibile. Magari mi risveglio più magra, meno malata, più felice.
Peccato non sia così. Devo alzare il culo per tornare quella che ero una volta, e farlo con attenzione e tenacia. Nessuno deve sapere il mio segreto stavolta. Sarò così brava che crederanno tutti che io stia mangiando normalmente. Invece tornerò a contare calorie, a controllare ogni piccola briciola che entrerà nel mio corpo. Ma nessuno saprà. Nessuno potrà intralciarmi nella mia lotta contro questo orrendo grasso che ricopre il mio corpo come una coltre di neve ricopre le montagne in inverno.

Vomitare fa schifo.
Mangiare fa schifo.
Tutto questo fa schifo.

sabato 18 aprile 2015

67.7

Un numero. 3 cifre e la tua vita cambia, dominata da una manciata di insicurezze, paure e terrori. Un numero e puoi sentirti al settimo cielo, oppure crollare al suolo schiacciata dalle tue stesse azioni.

 Mi mancava scrivere nel mio blog, tutte voi mi siete mancate. Scrivere qui vuol dire coltivare la parte malata di me, e se lo sapesse la mia psichiatra mi toglierebbe il computer penso. Mi ha sequestrato la bilancia, e l'ho ricomprata. Non può portarmi via tutto questo, non lo farà mai. Anche se una parte di me sa benissimo quanto starei meglio, libera da tutte queste catene, un'altra parte mi dice di restare, di ricominciare a tagliare le calorie...oggi 1000, domani 800, dopo domani 500. E di gioire se il peso scende. All'inizio della mia malattia pesavo 75 chili. Il mio odio nei confronti del mio corpo era talmente tanto che persi 20 chili nel giro di pochi mesi. Poi sono crollata e la bulimia mi ha inglobato. 10 chili ripresi così, in un batter di ciglia. 

E adesso cosa resta? Lo schifo più immane, l'odio non solo per essere nata grassa, ma anche per aver ceduto, per averLa tradita. Un'anoressica fallita, ecco che sono. Una bulimica. 

Ma adesso basta. Se sono tornata c'è un motivo, ed è perchè rivoglio il controllo su di me. Non fallirò di nuovo, scrivere qui mi rende più forte. Tornerò come ero una volta. E non lascerò spazio a fallimenti.


venerdì 17 aprile 2015

Buio dentro.

Lo senti. Lo senti quando ricomincia a farsi buio dentro. Quando anche se la tua vita é piena sotto ogni punto di vista, tu ti senti vuota e schiacciata, un foglio di carta accartocciato e gettato a terra in attesa di un soffio di vento che lo faccia almeno volare un po'. Quest'estate saranno 3 anni che soffro di tutto questo. Tutto questo che non é possibile nemmeno etichettare col nome 'Disturbi del Comportamento Alimentare' perché sono molto di più. Sono disturbi dell'anima e dello spirito, un cancro che lentamente manda in gangrena tutto quello che di bello avevi seminato. Tutto quello che speravi in un futuro di poter raccogliere. 
Perché ti alzi, una mattina, e loro sono di nuovo lì, nascoste dietro le vesti di audaci dee della perfezione, amazzoni della bellezza pronte a venirti in aiuto ogni giorno, ogni attimo. Ti basta saltare una colazione e subito sei pronta a digiunare. Ti basta assaggiare un cioccolatino e subito sei pronta a vomitare. Anoressia-Bulimia-Anoressia-Bulimia. Davvero la mia vita si riduce a tutto questo? 
O sono io che lo voglio...in fondo si, forse lo voglio. Me l'ha detto anche la psichiatra che non mi impegno abbastanza per la mia guarigione. Ma cosa potrei fare? Cosa c'è da fare quando passi intere giornate a odiare il tuo corpo, a infliggerti pene per la sola motivazione di esistere? Ingrasso e mi odio. Dimagrisco e mi odio. Cosa fare se non abbandonarsi a questo malsano destino che mi porta su in alto e poi mi schiaccia come terra sotto i piedi, come se fossi su delle montagne russe, bendata e con le mani legate in attesa della prossima discesa?