sabato 18 aprile 2015

67.7

Un numero. 3 cifre e la tua vita cambia, dominata da una manciata di insicurezze, paure e terrori. Un numero e puoi sentirti al settimo cielo, oppure crollare al suolo schiacciata dalle tue stesse azioni.

 Mi mancava scrivere nel mio blog, tutte voi mi siete mancate. Scrivere qui vuol dire coltivare la parte malata di me, e se lo sapesse la mia psichiatra mi toglierebbe il computer penso. Mi ha sequestrato la bilancia, e l'ho ricomprata. Non può portarmi via tutto questo, non lo farà mai. Anche se una parte di me sa benissimo quanto starei meglio, libera da tutte queste catene, un'altra parte mi dice di restare, di ricominciare a tagliare le calorie...oggi 1000, domani 800, dopo domani 500. E di gioire se il peso scende. All'inizio della mia malattia pesavo 75 chili. Il mio odio nei confronti del mio corpo era talmente tanto che persi 20 chili nel giro di pochi mesi. Poi sono crollata e la bulimia mi ha inglobato. 10 chili ripresi così, in un batter di ciglia. 

E adesso cosa resta? Lo schifo più immane, l'odio non solo per essere nata grassa, ma anche per aver ceduto, per averLa tradita. Un'anoressica fallita, ecco che sono. Una bulimica. 

Ma adesso basta. Se sono tornata c'è un motivo, ed è perchè rivoglio il controllo su di me. Non fallirò di nuovo, scrivere qui mi rende più forte. Tornerò come ero una volta. E non lascerò spazio a fallimenti.


2 commenti:

  1. non posso certo incoraggiarti alla malattia...
    ma ti capisco.
    ormai io tu ci siamo trovate questa identità....da malata....e ci va bene così perchè ci PROTEGGE.....mi chiedo fino a che punto....
    fai bene a scrivere qui nella misura sempre della protezione....
    e spero ti renda più forte contro qualsiasi etichetta.


    ti abbraccio forte forte e grazie per esserci....peccato che ti sei trovata proprio al mio post più pessimista.....

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  2. La tua storia è incredibilmente simile alla mia. Anche io pesavo più di settanta chili quando tutto è cominciato, sono arrivata a pesarne 43 nel giro di sette mesi, poi ne ho ripresi una decina, poi altri dieci, poi li ho ripersi, è così via per quasi sette anni.
    Capisco la gioia perversa che si prova nel restringere sempre più, io ero arrivata a non aver bisogno di nulla per reggere una giornata, un caffè a colazione, uno a pranzo, bresaola a cena. Ma è un'illusione fallace e non dá che una gioia effimera e vuota.
    Cerca altrove la tua serenità, non in quel numero (e lo so che do consigli sciocchi, ma ci provo)
    Un bacio!

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