giovedì 7 agosto 2014

Me l'hanno portata via.

Sono mesi che non scrivo, un'eternità di giorni passata a cercare di uscire da tutto l'inferno che mi ero costruita attorno. Mi hanno dato un ultimatum, un aut aut. Troppe cose hanno iniziato ad accadere a causa del disturbo alimentare, dai litigi esagerati in famiglia, alle crisi isteriche che mi hanno avvicinato al TSO, all'incidente in macchina in cui avrei potuto anche perdere la vita. Se è vero che c'è qualcuno lassù che ci guarda e custodisce le nostre vite, bè credo proprio che sia stato lui a mandarmi tutti questi segnali. Nel giro di pochi mesi mi sono rimessa (parzialmente) in piedi, ho iniziato a studiare seriamente, ho dato degli esami, ho stretto amicizie, conosciuto ragazzi, fatto l'amore. Ho ricominciato ad assaporare la bellezza di un tramonto, la meraviglia di una passeggiata. Ho ripreso a perdermi nelle pagine di un libro, ho imparato a gioire anche solo di un sorriso, dell'affetto dei miei cani. Direte: ho ricominciato a vivere.

Forse si, ma ho anche ripreso dei chili. Molti, troppi. La bulimia fa ancora parte della mia vita, mi massacra nelle giornate più stressanti e dentro di me covo ancora quel piccolo desiderio di dimagrire ancora e ancora e ancora, fino a sparire. Mi hanno portato via la malattia...merito della psichiatra, dei farmaci, dei miei. E con lei anche tutto quello che avevo ottenuto, tutti quei chili persi. E lo so che dovrei essere riconoscente, ma non ce la faccio, perché io ancora mi odio, mi odio come non mai e vado in crisi ogni volta che infilo un paio di jeans e mi stringono, o che mi guardo allo specchio. E allora ecco che ricomincio con i digiuni, con le diete proteiche, con l'eliminare i carboidrati. 

Io non ci riesco a staccarmi da questa bestiolina di malattia che dorme latente dentro di me, io voglio essere magra, più di ogni altra cosa al mondo.