giovedì 28 novembre 2013

Vuoto lo stomaco, vuota l'anima.

SONO VUOTA. Completamente vuota e senza senso, oggi come non mai.
Sono diventata incostante; nel blog, nell'alimentazione, nello studio, nella vita.
E' tutto un punto interrogativo di fronte al quale ho smesso di cercare risposte. Perché la verità è che sono stanca di cercare risposte che non esistono. Sono stanca e spossata.
Di fronte a questa disarmante realtà, la mia unica certezza è qualcosa di utopico.
Sono stanca di lottare per tutto tranne che per quella vocina che dentro alla mia testa mi dice di mangiare sempre meno. Quella è l'unica cosa che rimane costante, fissa, impellente nel suo ricordarmi quanto io sia lurida e grassa. Non si tratta nemmeno più di controllare le calorie. Mi faccio così schifo che la fame mi passa da sola.
Ieri ho fatto versi da pazza davanti alla psichiatra; le ho anche risposto male. DI CONSEGUENZA mi sono beccata pure un sonnifero per la notte oltre al mio antidepressivo.
Dentro alla mia testa anche solo una briciola di pane è diventato troppo, perché qualcosa mi dice che IO NON MERITO DI MANGIARE.
Allora mi chiudo in camera e dormo tutto il giorno, per non mangiare, per non soffrire, per non vivere.
E' una sicurezza relativa quella del non mangiare: non so dove mi porterà, ma almeno per adesso mi fa sentire tranquilla.
Eppure più il mio stomaco è vuoto, più si svuota anche quello che della mia anima è rimasto.
Sono solo un involucro fluttuante.
Fredda, Insensibile, Inutile carcassa umana.
Cosa aspettano a gettarmi via?!


domenica 17 novembre 2013

Schifo.

Le alternative sono due.
1) O faccio le mie cose, ma incanalo lo stress nella bulimia.
2) O vegeto nella mia stanza senza uscire né mangiare.

Mia madre urla perché vomito?! BENE. Da domani mi chiudo in camera mia. Ma si preparasse perché mando a fanculo vita, studi, lavoro.

venerdì 15 novembre 2013

Giorno 1. (Uno di cosa poi?!)

Okei. Mi sono ripresa dalla crisi estremista di ieri, causata dalla rabbia e dal rancore post-abbuffata.
Mi sono svegliata oggi con l'intenzione di digiunare, ma siccome il cibo è un pensiero fisso dentro al mio cervello bacato e dopo essermi spurgata avevo fame, ho mangiato.
Do inizio a questa sfida perché voglio stare meglio con me stessa e raggiungere gli obbiettivi che mi sono posta. Dovevo arrivare a 50 kg molto tempo fa, ma poi le cose sono degenerate e mi sono persa per strada. Ma so che non è mai tardi per ricominciare, e io voglio credere che arriverò dove voglio arrivare.
MI SONO SENTITA TALMENTE LURIDA IERI che voglio mangiare il meno possibile, voglio sentirmi pulita, libera.
Peso di oggi: 64,2
Niente rancori. Devo essere forte. Stavolta voglio uscirne vittoriosa.

D.A. di oggi:
C: succo di prugna+caffè macchiato (72 cal)
S: --
P: caffè macchiato (20 cal)
S: carote+ 1 cetriolo+ 1 mela (235 cal)
C: 1 fetta biscottata+ cappuccino (67 cal)
TOT: 395 cal

giovedì 14 novembre 2013

REBIRTH.

Domani è il mio compleanno. E' passato un anno e osservandomi mi rendo conto che non è cambiato assolutamente nulla.
E' buffo come ogni giorno carichiamo di aspettative il giorno successivo, rendendo prospera terra di vittorie quella che in realtà è solo la solita steppa bruciata, sulla quale nulla può più nascere. Eppure ci illudiamo sempre che qualcosa possa cambiare davvero; e allora ci sediamo, chiudiamo gli occhi e fantastichiamo, sognando quel giorno in cui si avvererà tutto ciò che desideriamo.
Bè un anno fa ho passato il giorno del mio compleanno in compagnia di una crisi bulimica...chi l'avrebbe detto che più o meno sarebbe accaduto lo stesso anche quest'anno?!
Quando si pensa al futuro non si immagina mai che sono le nostre azioni quotidiane a influenzarlo. Io domani compio 20 anni e il mio futuro lo dovrei costruire ora. Ma la mia struttura non ha fondamenta stabili; mi ergo su pilastri di insicurezza, torniti dalle subdole mani di questa malattia che ora, come non mai, si è impossessata di me, attorcigliandosi attorno alla mia anima come edera su un vecchio rudere.
Una simbiosi pericolosa: lei si nutre di me, della mia vitalità, delle mie potenzialità. Io d'altronde mi nascondo tra le sue braccia, paralizzata da una morsa potente, illusa che lei e solo lei mi possa proteggere da ciò che c'è là fuori.

Sicuramente l'avrete capito. E' un periodo no, molto no. Forse il peggiore che attraverso da quando sto male. La dottoressa mi ha cambiato per l'ennesima volta psicofarmaco, sperando che sia quello giusto. A volte quando ci incontriamo mi pare di scorgere una stilla di disperazione nei suoi occhi: con me non ha avuto dei veri e propri progressi. Anzi a me sinceramente pare di essere peggiorata. Mi ha conosciuto che ero vicina al sottopeso, mi ha visto trasformarmi in una lurida bulimica, e sotto i suoi occhi ho attraversato il periodo dell'autolesionismo. La verità è che mi sento SPOSSATA, STANCA, PRIVA DI ULTERIORI ARMI DA SFODERARE. Stamattina avevo la solita visita settimanale, ma ho fatto chiamare e non sono andata.
Mi sono rinchiusa in camera e ho dormito.
Sono sincera, questa settimana è stata terribile: tanti buoni propositi sia con l'alimentazione sia con la scuola buttati all'aria come polvere spazzata via dal vento.
Fino ad arrivare al culmine, spazzolando via un barattolo di Nutella da 400 gr e altra roba varia, per poi martoriarmi come al solito. Ma è quello che mi merito in fondo, o almeno è questo che sono arrivata a credere.
Credo di aver toccato il fondo stavolta. Ma è solo toccando il fondo che si può risalire no?! O almeno così dicono i grandi che guardano dalla vetta delle loro vittorie noi, poveri esseri umani, destinati a un lugubre destino nei bassifondi dell'amarezza e della sconsolazione.
Così ho passato la mattinata al bagno, mi sono presa 4 pasticchine di lassativo e via, si riparte. In fondo l'iter lo conoscete bene tutte quante.
Ma questa volta voglio che sia una ripartenza diversa, voglio che sia autentica. Piangersi addosso non serve a niente, e non è mai tardi per recuperare il tempo perduto.
20 anni fa sono nata. Domani RINASCO. Do inizio a una doppia sfida: un DIGIUNO prolungato e la fine delle abbuffate.
Farò di tutto perché quella di oggi fosse l'ultima abbuffata. E farò di tutto per non mangiare. Perché sono stanca, sono davvero stanca e sono arrivata al limite.
Aggiornerò ogni giorno, mi manca questo posto.
Grazie a tutte, soprattutto per gli ultimi commenti.



PS: Per tutte le ragazze che hanno aggiunto la mia mail al loro blog privato, posso sapere se il blog appare comunque nella mia home con gli altri aggiornamenti oppure devo inserirlo da qualche altra parte per vederlo?

lunedì 11 novembre 2013

Aspettando un riscatto.

Notte fonda. Le buone regole dicono che a quest'ora si dovrebbe dormire invece di starsene davanti al computer tentando di mettere per iscritto quegli stracci di sentimento che mi rimangono. Che poi forse in realtà dormire sarebbe molto meglio, almeno non starei a far ruotare il cervello sulle solite fisse che mi assillano da ormai più di un anno.
Dormirei se non fosse che vengo appena appena da una delle mie solite crisi bulimiche notturne che mi hanno mandato completamente in tilt, rattristandomi e sfinendomi fisicamente e psicologicamente.
Ormai è questione di routine.
Non si tratta nemmeno più tanto del peso. Anzi, pur mangiando e vomitando questa settimana sono dimagrita un chilo. I chili adesso c'entrano relativamente, sono solo quella variabile che ogni mattina mi diverto a tenere sotto controllo, che mi dà la carica per partire col piede giusto ogni giorno.
Il fatto è che adesso come adesso, il disturbo alimentare è in compenetrazione con le fibre del mio corpo, con l'essenza del mio essere. E' l'espressione con cui realizzo i miei malesseri, le mie delusioni in tutti i campi della mia vita. Le cose non vanno bene? Ed ecco che io incanalo tutta la mia negatività in quei gesti compulsivi che ormai mi sono tanto familiari. La verità è che non posso farne a meno, non ci riesco. E' una droga pericolosa che mi lacera in silenzio, facendo false promesse, per poi non mantenerle mai a lungo termine.
Mi piace farlo. Mi piace da morire. Ormai non piango più, non mi dibatto come una forsennata, non sto a pensare alle calorie ingurgitate dopo un'abbuffata. Ma corro subito al bagno. Non mi dimeno, non oppongo resistenza. Tutte le mie difese crollano di fronte a quell'insaziabile voglia di liberarmi dal cibo ingerito, e insieme a quello da tutto il male che mi marcisce dentro.
Devo essere sincera? A volte mangio perché ho proprio voglia di qualcosa che mi sono negata a lungo. Ma in proporzione sono molte più le volte che mangio per poi vomitare, per sentire quel languore successivo allo sforzo, quello stomaco brontolante che sembra suggerirti: "Si, hai ancora il controllo su tutto, non temere, sei tu a gestire il tuo corpo."
Poi se ci penso un po' mi rendo conto che è lui a gestire me; è il mio ego malato, ferito, dilaniato a voler predominare, a tendermi gli agguati, seppellendo a poco a poco quello che della me genuina è rimasto.
E io soccombo.
Soccombo senza rendermene conto, perché credo che sia questo il mio destino.
Mentre aspetto in silenzio un riscatto personale, una soddisfazione che possa dirmi che valgo ancora qualcosa, che non tutto è perduto e che la vita vale la pena di essere vissuta. Voglio riscattarmi. Che sia entrare a Medicina o dimagrire ancora, voglio che mi accada qualcosa che possa rendermi degna di stare ancora su questa Terra.