domenica 1 settembre 2013

Doveva andare così.

Avete presente quelle giornate che sembrano segnate in senso negativo già da quando ti svegli? Quelle giornate in cui ti alzi e senti la pesantezza della tua vita addosso, e l'unica cosa che vorresti fare sarebbe ritornare a letto e  dormire ad oltranza, nella speranza di risvegliarti in una vita migliore, diversa, in cui una nuova te, rinata e magnifica, sia la protagonista di una storia perfetta e felice.


Ma purtroppo non esiste soluzione migliore che rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per dare un senso alla propria esistenza, e ripartire, anche se piano, per uscire dalle sabbie mobili che ci attanagliano l'esistenza.
Non so cosa mi è preso. O forse lo so. Sono nervosa, per mille motivi e per nessuno in particolare.
Sono stati giorni un po' distruttivi questi. Ho lavorato spesso, ho dovuto sopportare i rimproveri immeritati di una titolare nervosa e autoritaria e ho pianto per quanto successo. Ho studiato, o almeno ci ho provato e aspetto che arrivi martedì per dare questo benedetto test di veterinaria. Anche se alla fine non sono nervosa; sono piuttosto insensibile al tutto, e non riesco a capire se è perché non mi interessa così tanto entrare o perché è la mia malattia che annebbia tutti i miei sentimenti.


Quindi, oggi, presa da tutto quello che mi circonda, e che mi fa sentire tanto insicura, quanto inetta, ho aspettato che i miei andassero a pranzo dai nonni e ho mangiato fino a morire.
Ebbene si, oggi mi sono abbuffata, dopo un mese che non lo facevo.
Avrei potuto tagliarmi, ma ho preferito scegliere il male "minore", o almeno quello che passa più inosservato e che infido, agisce in maniera silenziosa e invisibile.
Mi sono fatta fuori, in ordine:
-un barattolo di Nutella da 400 gr con fette biscottate.
-una tazza di cereali
-fiocchi di latte
-seitan
-200 gr di gelato Diet
Per un totale di quasi 3000 calorie.
E poi ho rimesso tutto. L'ho fatto perché DOVEVO, era uno step necessario per rendere la mia abbuffata completa. Già mentre mangiavo pensavo che lo avrei fatto.
E la cosa peggiore è che mi sentivo IN DIRITTO di farlo, dopo così tanto che stavo in astinenza.
 Ne sentivo il bisogno, fisico e mentale. Avevo la necessita di sfogare il mio nervosismo in quel modo, e sapevo che non c'era via d'uscita se non cedere alla bulimia.
I sensi di colpa ci sono stati, e ci saranno sempre. Ma oggi è stato diverso da quando ci si abbuffa tanto per sfizio, perché abbiamo voglia di qualche tipo di dolciume o di cibaria, o perché ce l'abbiamo con la bilancia che ci ha deluse. Io oggi non avevo la minima voglia o necessità di mangiare. Avrei potuto anche digiunare. Invece avevo una voglia immensa di vomitare, e l'unico modo era mangiare, per forza.
L'abbuffata di oggi non è stata una reazione a qualche delusione riguardo al mio peso. Il mondo delle calorie e delle diete oggi ne era escluso.
L'episodio di oggi è stato il punto d'incontro in cui sono culminate due linee parallele della mia vita: quella dei dca e quella dello studio e del lavoro. Attraverso la bulimia oggi ho sfogato la pressione di un mese intero, e ne avevo bisogno, come non mai.
Ed è orrendo da dire, ma dopo essermi liberata completamente lo stomaco, mi sento più leggera non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Non mi sento così tanto depressa e triste come quando finisco ad abbuffarmi senza un motivo; invece sono tranquilla, perché una parte di me mi dice che oggi era così che doveva andare.
Tuttavia per coerenza riprenderò a scrivere gli ultimi 20 giorni della sfida tra un mese, quando sarò riuscita a trascorrere altri 30 giorni senza bulimia.
Vorrei capire quale sia la mia strada, e da che parte dovermi rivolgere.
Vorrei poter essere felice. Ma non so come fare.

So solo che domani è lunedì, ancora. E si ricomincia, ancora. Perché non sono abbastanza, ancora. Abbastanza magra, abbastanza brava, abbastanza carina, abbastanza esile. E forse non lo sarò mai.



10 commenti:

  1. Se hai bisogno io sono qui <3 tieni duro, sei forte e supererai il brutto periodo

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  2. Ho fatto abbuffate peggiori, ma simili ( anche il facevo fuori barattoloni INTERI di Nutella accompagnandoli non alle fette biscottate, ma al pancarrè).
    La nutella è difficile da vomitare dopo :S
    Ma capisco la sensazione di sollievo dopo aver rigettato fuori tutto. È come se in un certo senso tu avessi " vomitato" l'autorità del tuo capo a lavoro, lo stress per il futuro e l'incertezza ( ansia) che ti attanagliava.
    Per una logica psicosomatica..è chiaro che tu ti senta alleggerita anche nella mente, perché buttando fuori il cibo in qualche modo hai " buttato fuori" anche i pensieri, non so se mi spiego. XD
    A volte vomitare è più facile che continuare come se nulla fosse.
    A volte è l'unica maniera per sfogarsi.
    Però è una cosa che fa malissimo. Sei riuscita a smettere e puoi continuare, magari analizzando un po' meglio il modo in cui tu stessa reagisci allo stress, e cercando di non prendere le cose che ti accadono o il malumore altrui troppo sul personale.
    Da ogni caduta impari qualcosa. Ho notato che sei molto introspettiva e sono certa che analizzando meglio i motivi che ti inducono al vomitare, riuscirai ad evitare di farlo.
    Siamo nella stessa situazione entrambe e ne possiamo uscire :)) ^^
    Poi hai pure la cyclette..fossi in te mi attaccherei a quella x tre ore di fila, per sfogare i momenti di frustrazione( che sono molto frequenti)
    Un abbraccio grande <3

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  3. Ti confesso che speravo che tu non scrivessi quello che hai scritto a metà post, anche se mi rendo benissimo conto di quanto tu già fossi al limite della sopportazione...perchè è così, la bulimia arriva nel momento in cui si "scoppia" e si sente il bisogno di liberarsi di tutti i pensieri negativi e i problemi nel modo più semplice possibile. Ti confesso che uscendo dal binge è successo anche a me più volte, ora no, ma mesi fa ero ancora fragile e non riuscivo proprio a tollerare certe cose. Impari a tollerarle e "resistere" con il tempo, ma facile non è e me ne rendo conto benissimo se mi metto nei tuoi panni...nel tuo caso questa collega di lavoro è la goccia che ha fatto traboccare il vado dicendoti quelle cose, magari senza neanche porsi il problema, ma in sè è stata la causa del tuo malessere. Vorrei che non fosse successo tutto questo...ma forse da una parte è meglio perchè adesso ti senti libera, e sei pronta per ricominciare.
    Prendi questo episodio come una picccola sconfitta, ma tu PUOI e DEVI rialzarti! magari doveva succedere è vero, però non devi prenderlo come un cartello di "stop la corsa è finita" ma come un "ora mi rialzo ancora più forte e motivata di prima". So che ce la puoi fare tesoro...non lasciarti buttare giù, da niente e nessuno.
    Ti stringo fortissimo <3

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  4. Quello che hai scritto fa capire come tu sia cambiata e quanti passi avanti hai fatto. Detto così sembra un contro senso, ma forse 30 giorni fa se avessi avuto un episodio di abbuffata e vomito così, non saresti stata in grado di spiegarlo razionalmente come hai fatto oggi. Questo percorso che hai fatto e ke ancora stai continuando ti sta facendo fare dei progressi enormi. Purtroppo non si guarisce da un momento all'altro, ci sono sempre delle piccole ricadute...ma piano piano stai capendo razionalmente cosa ti porta a farlo e piano piano capirai anke come prevenirlo ed evitarlo.Ci vuole tempo, non ti demoralizzare, anzi dovresti essere fiera di te, xkè io lo sono. Un bacione

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  5. Mi dispiace da morire leggere di quanto tu sia stata male e di quanto vomitare ti mancasse. Non posso dire nulla se non che ti capisco, che quando ero nel pieno della bulimia mi abbuffavo a più non posso con il pensiero "tanto tra poco vomito tutto fino all'ultima briciola". Non riuscivo a stare tanto tempo senza vomitare perché ne ero dipendente, mi mancava, DOVEVO farlo. Ho iniziato a resistere di più quando ho iniziato ad avere gravi complicazioni fisiche. Cerca di non arrivare a tanto, ti prego. So che ti rialzerai più combattiva di prima e che un giorno rimarrà solo il ricordo di questo incubo.
    Ti abbraccio

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  6. Mi dispiace tanto. Davvero.
    Non voglio scrivere altro. Ma hai ragione, domani è lunedì e si riparte.
    Grazie per il tuo commento al mio post... e, a proposito di questo.. beh, perdonati. Perdonati per oggi, e sai di cosa parlo.
    Cerca di ricordare il fatto, per altro importantissimo, che hai combattuto e vinto per un mese contro il male che ti toglie la voglia di pensare ad un futuro, ad una vita, all'amore di o per qualcuno, a te stessa.
    Sei una ragazza così intelligente e acuta, sensibile ma tenace, perciò continua a lottare.

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  7. ci sono giornate in cui la pressione ti sciaccia dal mattino
    io in quelle giornate , se posso, rimango a letto dieci minuti in più.
    Mi lavo la faccia e spalmo la crema con un po' più di attenzione. Cerco di fare una lettura interessante, di prendermi un piccolo spazio riflessivo e accogliente in modo a riempire i polmoni di ossigeno e rituffarmi in apnea. E sperare che domani sia meglio.

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  8. Questo post mi ricorda tantissimo quello che ho scritto io ieri.. anche io ho vomitato dopo un mese che non lo facevo. Non mi sono abbuffata, avevo solo mangiato 300 calorie di gelato. Ma avevo voglia di vomitare, mi mancava, temevo di non esserne più capace. L'ho fatto e dopo mi sono sentita bene, leggera e per niente colpevole. Perciò ti capisco.. farlo una volta al mese per ora non è un brutto traguardo, hai resistito tanto. Non è facile uscirne di botto, da un giorno all'altro. Le ricadute sono comprensibili. Ma io ti consiglio di continuare la sfida, potrebbe incanalarti nella giusta direzione, questo mese potrebbe sennò essere troppo duro.. ti stringo forte

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  9. Comprendo tutte le tue parole, come se le avessi scritte io. Sono messi frustranti anche per me, l'ansia per l'università, l'ansia di non riuscire a fare tutto ciò che devo e nel modo in cui devo. L'ansia di non essere mai abbastanza, per me, per gli altri, per il mondo accademico in cui voglio entrare a tutti i costi. Ti abbraccio forte, non sei sola!

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