domenica 15 settembre 2013

Soffia un vento freddo. Fuori e dentro me.

Settembre. 
Il ponte tra Estate e Inverno, il mese del "ricomincia la vita". Per chi una vita ce l'ha certamente. 
Molte di voi che starete leggendo andranno ancora alle scuole superiori, io invece frequento l'università. O mi illudo di frequentarla, ancora non lo so.
IL LICEO. Begli anni quelli, sì. Se ci penso, i migliori, o almeno assolutamente migliori rispetto all'ultimo che ho trascorso. La mia strada l'ho persa proprio uscendo da quelle mura, che tanto mi imprigionavano quanto mi rassicuravano. In quell'aula con le finestre aperte sul mondo potevo sognare la vita degli adulti, cullandomi nella dolce attesa di un futuro che ancora non mi apparteneva. Cosa darei per tornare ad un'interrogazione di greco, ad un compito di latino. Quello che vivevo là dentro, che allora mi sembrava una carneficina, non è niente se paragonato al vuoto che provo ora. 
La maturità, oltre che sul piano scolastico, sancisce il tuo grado di abilità nell'affrontare il mondo, in teoria, no? Usciti da lì si dovrebbe essere in grado di destreggiarsi di fronte alle scelte che la vita ti offre.
Allora perché io, povera piccola comune mortale, uscita con un inutile 100, mi sono vista cadere nel baratro della depressione proprio con la fine del liceo?
E' Settembre e io, giovane donna, solo 20 anni alle spalle, trascorro le giornate dietro i vetri della mia finestra ad ascoltare il vento che soffia forte e ad ammirare le foglie che, una dopo l'altra, sempre più rosseggianti, cadono sul tappeto di terra che le inghiottirà per sempre. 
Vorrei essere una foglia: essere sorretta dal mio verdeggiante albero e farne parte. Piccola, ma a suo modo importante, minuscola ciocca di una chioma lussureggiante. Lasciarmi muovere dal vento, senza pretendere niente di più di quello per cui la natura mi ha creata. E poi lasciarmi andare, nel momento decisivo, per riunirmi eternamente a quella stessa terra che mi ha creata.


E invece sono un  e s s e r e   u m a n o . Un puzzle di fredde membra incollate tra loro. Eppure sono convinta che qualche pezzo sia stato messo male perché non mi sento molto funzionante. Aspetto di essere composta a dovere, ma intanto mi impolvero, qui nella mia stanza. Stesa sul mio letto, mentre il freddo ricomincia ad impossessarsi di me. Sembra quasi che il vento da fuori entri tramite le mie finestre e trapassi il mio corpo, per poi riempire le mie cavità interne e rimbombare in quel baratro che mi possiede. 

Sono troppo gialla, dice mia madre. E' un colore brutto, non è sano, continua. E' colpa delle troppe carote dice lei.

Non mi importa, dico io. Nessuno deve vedermi, e da nessuno mi farò vedere.

Arriverà un giorno in cui tutti questi dannati sforzi mi ripagheranno, e non voglio mollare, non posso mollare. Arriverà un giorno in cui sarò così leggera e completa che quel vento che ora mi prende da dentro e mi getta a terra, non mi scalfirà nemmeno.

13 commenti:

  1. Pensa, per te gli anni del liceo sono stati stupendi, mentre per me rappresentano l'inizio del mio inferno. Dalla seconda superiore in poi ho iniziato a soffrire di dca. I miei compagni erano orribili, ho dovuto subire tantissimo. Ho dovuto abbandonare il liceo e di conseguenza non ho un diploma. Ho dovuto rinunciare al mio sogno di diventare psicologa.
    Tu ora hai almeno la possibilità di inseguire ciò che vuoi, studiare e trovare un lavoro che ti piacerà.
    Devi solo ritrovare te stessa prima, senza permettere a questa depressione di inghiottirti completamente. Torna a vivere e lotta per te stessa, ti prego.
    Ti abbraccio forte.

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  2. E' un po' il mese, è un po' la giornata che porta alla malinconia.... è un po' tutto... facile dire così vero?
    Guarda, ti capisco perfettamente, conto molto sul fatto che tra un po' di tempo, guardando indietro, magari diremo "guarda che stupide! qual'era poi il problema?" un po' come ora, ripensando agli anni di scuola, che allora ci sembravano allucinanti e tremendi pensiamo "cavolo, quanto vorrei tornare indietro e che il mio unico problema fosse l'interrogazione di matematica!"
    Di sicuro queste righe che ti scrivo non ti faranno star meglio, spero almeno che ti facciano sentire meno sola.
    Fai attenzione soltanto ad una cosa: non gettare gli anni più belli, perchè lo sono davvero! Non buttarti via solo perchè al momento non sai chi sei. I giorni passano, e non tornano indietro, mai. Vivi!! Perchè non ti puoi limitare ad esistere....vali molto più di questo, tutte valiamo più di questo!
    Un forte abbraccio.

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  3. Io in realtà ho odiato il liceo. Ma posso capire che per te, che hai cominciato a soffrire dopo il liceo, abbia per te un altro significato. Però, da persona che ha letteralmente buttato via tutta la sua adolescenza e ora tutti gli anni da giovane adulta ti dico. Reagisci, non buttarti via. Non aspettare.
    Vivi adesso.

    Io mi pento tutti i giorni.

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  4. so come ci si sente. davvero. mi son rinchiusa in casa per quasi un anno dopo il liceo. non volevo uscire, né vedere nessuno, non mi sentivo bella, non mi sentivo intelligente, non mi sentivo adatta, non mi sentivo. sono precipitata finché non mi sono schiantata sul fondo e non so come, chi o cosa mi abbia "ripescata", so solo che un giorno mi son detta: "io non sono questo! io sono viva". e mi sono ripresa, piano, un passo per volta. tu non sei stata assemblata male, sei perfetta, devi solo trovare il libretto delle istruzioni :* non mollare

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  5. I momenti di passaggio tra una fase ad un altra..tra il vecchio e nuovo, tra il passato e il futuro sono così delicati! Anche io avverto quella sensazione (per me è la fine dell'università), è la paura di non sapere chi siamo, dove andremo...la paura di lasciare la strada conosciuta per una incerta..non demordere, ti sono vicina..
    ps: il giallo è il mio colore preferito, sei del colore del sole, ricordatelo :D

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  6. quello che stai vivendo lo comprendo nel modo più assoluto. Credo che oramai dirti di lottare, che non devi mollare, che sei perfetta come sei, che non hai affatto bisogno di rinchiuderti in casa e di mortificare te stessa, il tuo corpo, la tua vita, sacrificare i tuoi giorni in nome di non si sa quale perfezione tu stia cercando sia superfluo. Eppure io credo che esista sempre un modo di ricominciare, un autunno, un settembre, un ciclo di vita nuova. E chi l'ha detto che invece di una foglia rinsecchita che ha finito il suo corso per sempre tu non possa essere una preziosissima gemma che fiorirà ogni primavera? Coraggio, riprendi in mano la tua vita. Sei troppo troppo giovane perchè io ti senta parlare così male di te stessa. Perchè continui a detestarti così, a mortificarti in ogni modo e in ogni senso? Non escluderti dal resto del mondo. E se intanto vuoi continuare a rimanere lontana dalla gente può andar bene, ma vorrei che in questo autunno ti prendessi il tempo per stare anche solo cinque minuti in mezzo alla natura. Osservala, riempiti gli occhi di quel colori, respira e cammina a piedi nudi sull'erba piena di rugiada del mattino presto. Prenditi cinque minuti solo per te, ogni giorno. Io vorrei sentirti rinascere. E sono certa che un giorno, non troppo lontano ritroverai la strada che hai smarrito.
    Ti abbraccio più forte che mai.

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  7. sai perchè...perchè ti trovi spaesata?
    perchè non c'è scritto da nessuna parte che fuori dalla maturità uno sappia "destreggiarsi" nelle scelte. Non lo saprai mai fare con sicurezza, sarebbe inumano, saresti superman. Un 100 alla maturità non significa nulla, è un numerino, è culo, è impegno , è quel che vuoi. E ti parlo da 100. Ti crea aspettative forse, ti fa sperare di avere le carte un po' più in regola di uno che ha preso un 70. Ma non è così, le carte in regola ce le creiamo noi al momento di un test, al momento di un esame, di un tirocinio.
    Tu puoi essere un 100, un 110 e lode più avanti...ma non aspettarti mai scelte facili, sicurezze. Ne rimarresti solo delusa, come ora.
    Ti auguro, perchè infondo lo auguro anche a me, di avere un settembre pieno di svolte, di non essere una foglia secca a terra ma piuttosto una goccia di rugiada che brilla su uno stelo d'erba, nella sua freschezza, attraversata dagli ultimi raggi estivi

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  8. Come Barbara anche per me le superiori sono state l'inizio dell'inferno...ho sempre sognato di andare all'università proprio con l'idea che dasse più libertà e indipendenza, ma in un certo senso l'idea di prendere la maturità mi spaventa perchè non so il "poi", cosa farò, dove sarò, forse nemmeno voglio saperlo... è normale il fatto che tu ti senta spaesata ora, perchè se le superiori rappresentano quella "base" che tutte dobbiamo affrontare (e in un modo o nell'altro da la certezza di far parte di qualcosa) il dopo resta un'incognita perchè li siamo sole, e dobbiamo saper scegliere e andare avanti. Ecco, tu sei già a metà strada e non devi lasciarti andare... capisco la sensazione che provi perchè anche io mi sento come una foglia secca, e questo freddo non fa che demoralizzarmi sempre di più però dentro di noi la forza c'è dobbiamo solo saper tirarla fuori anche se la vita sembra avercela con noi a momenti.
    Ti stringo <3

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  9. Anche a me mancano le superiori..ragazze senza responsabilità, senza pensieri di studiare 24mila libri per gli esami, lamentarsi per 2 pagine di troppo..oddio mi mancano! L'università..ecco l'università è stata un inferno, a parte per varie vicissitudini sentimentali, ma anche per via degli esami...sarà perchè qui non funziona granchè...
    Comunque non diventi gialla per le carote..-_-"
    Stay strong cara e cntinua a combattere per ciò che credi...non farti abbattere!! Se ti va seguimi ok??? ^_^ http://kokipo.blogspot.it/

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  10. Questo post mette tanta tristezza.. Ti mando un abbraccio..

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  12. "La mia strada l'ho persa proprio uscendo da quelle mura, che tanto mi imprigionavano quanto mi rassicuravano. In quell'aula con le finestre aperte sul mondo potevo sognare la vita degli adulti, cullandomi nella dolce attesa di un futuro che ancora non mi apparteneva. Cosa darei per tornare ad un'interrogazione di greco, ad un compito di latino. Quello che vivevo là dentro, che allora mi sembrava una carneficina, non è niente se paragonato al vuoto che provo ora.
    La maturità, oltre che sul piano scolastico, sancisce il tuo grado di abilità nell'affrontare il mondo, in teoria, no? Usciti da lì si dovrebbe essere in grado di destreggiarsi di fronte alle scelte che la vita ti offre.
    Allora perché io, povera piccola comune mortale, uscita con un inutile 100, mi sono vista cadere nel baratro della depressione proprio con la fine del liceo?"

    Anche io ho provato tutte queste cose, e le sto (ri)provando tutt'ora al momento della laurea..
    Il titolo del mio blog, forse, racchiude, tutto quello che sento e che credo esprimi un po anche tu in questo post.
    Se per tutta la vita ci siamo basate su un risultato, su delle certezze provenienti dall'esterno, su conferme altrui, su un'interrogazione andata bene, un provino superato, un'immagine di noi come identitá..e su questo abbiamo costruito le nostre certezze, la nostra identitá, la nostra fiducia in noi..
    ci accorgeremo che non sapremo vivere, non sapremo come affrontare la giornata, le piccole responsabilitá, un'emozione imprevista..
    Ti capisco tesoro, mi sento anche io cosi.
    Peró ti diró una cosa che forse ti dico sempre nei post. Si puó rimediare.
    Se non ci si lascia bloccare da questa consapevolezza. Se si prova a guardare oltre il vetro della nostra vulnerabilitá e impreparazione verso la vita, e si inizia a costruire poco a poco.
    Tu puoi ancora farcela a realizzare i tuoi sogni. Se non ti lasci bloccare dalla sensazione di essere in mezzo al vuoto e non avere rifugio.
    Non hai piú il liceo, ma puoi costruire un tuo rifugio, dentro di te, in cui potrai andare ogni volta che vuoi.
    Un posto solo tuo. Forse apparentemente meno sicuro dall'esterno, ma piú solido e accogliente. E cosi, non lo perderai mai. Perché sará sempre con te, in quanto parte di te, e non legato a una fase della vita.
    Non opporti al vento, non ti getterá piú a terra quando non avrai paura di danzare con lui.

    Ti abbraccio forte <3

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