venerdì 14 novembre 2014

A A A COLLABORATRICI CERCASI :D

Sono viva, sono qui. Ero sparita, come è solito fare per una che come me tende a vivere tra le nuvole e ad assentarsi in mondi paralleli in cui sfuggire alla realtà. Ma questa volta sono tornata più forte che mai, perché finalmente posso dire di stare meglio, di essere vicina a quella libertà tanto agognata. Certo, sono ancora succube di calorie, bilancia, abbuffate e vomito ma la mia vita sembra aver preso un verso, ora quale verso sia non lo so, l'importante è che abbia una direzione. Sono felice di quello che studio, sono circondata da persone che apprezzano la mia presenza, la mia (sembra assurdo) solarità! Ecco, insomma, persone che mi vogliono bene. Inoltre ho da poco iniziato un progetto molto interessante nell'ambito della salute e del benessere alimentare. Mi sta dando molta carica e spero non mi deluda...inoltre, UDITE UDITE, cerco delle collaboratrici! Vorrei tanto poter parlare con voi di questa cosa, sarebbe emozionante includervi in questo viaggio! Se per caso voleste saperne di più, non esitate a commentare!
Vi abbraccio forte, da qui, e nella mia piccolezza posso solo dirvi che è bello vivere. O almeno è bello provare a fare del proprio meglio!

giovedì 7 agosto 2014

Me l'hanno portata via.

Sono mesi che non scrivo, un'eternità di giorni passata a cercare di uscire da tutto l'inferno che mi ero costruita attorno. Mi hanno dato un ultimatum, un aut aut. Troppe cose hanno iniziato ad accadere a causa del disturbo alimentare, dai litigi esagerati in famiglia, alle crisi isteriche che mi hanno avvicinato al TSO, all'incidente in macchina in cui avrei potuto anche perdere la vita. Se è vero che c'è qualcuno lassù che ci guarda e custodisce le nostre vite, bè credo proprio che sia stato lui a mandarmi tutti questi segnali. Nel giro di pochi mesi mi sono rimessa (parzialmente) in piedi, ho iniziato a studiare seriamente, ho dato degli esami, ho stretto amicizie, conosciuto ragazzi, fatto l'amore. Ho ricominciato ad assaporare la bellezza di un tramonto, la meraviglia di una passeggiata. Ho ripreso a perdermi nelle pagine di un libro, ho imparato a gioire anche solo di un sorriso, dell'affetto dei miei cani. Direte: ho ricominciato a vivere.

Forse si, ma ho anche ripreso dei chili. Molti, troppi. La bulimia fa ancora parte della mia vita, mi massacra nelle giornate più stressanti e dentro di me covo ancora quel piccolo desiderio di dimagrire ancora e ancora e ancora, fino a sparire. Mi hanno portato via la malattia...merito della psichiatra, dei farmaci, dei miei. E con lei anche tutto quello che avevo ottenuto, tutti quei chili persi. E lo so che dovrei essere riconoscente, ma non ce la faccio, perché io ancora mi odio, mi odio come non mai e vado in crisi ogni volta che infilo un paio di jeans e mi stringono, o che mi guardo allo specchio. E allora ecco che ricomincio con i digiuni, con le diete proteiche, con l'eliminare i carboidrati. 

Io non ci riesco a staccarmi da questa bestiolina di malattia che dorme latente dentro di me, io voglio essere magra, più di ogni altra cosa al mondo.

domenica 20 aprile 2014

NON CE LA FACCIO. AIUTATEMI.

Non ce la faccio.
Sono entrata a Medicina, ora è il momento buono che devo studiare e non ce la faccio.
Il mio disturbo alimentare non me lo permette. Non sono stata più così assidua nello scrivere ultimamente perché non ce l'ho fatta. Il disturbo alimentare mi ha letteralmente ingurgitata facendomi passare nel giro di 3 mesi dalla fase anoressica alla fase bulimica in una maniera ciclica e distruttiva, così tanto che nemmeno io mi rendo conto di quello che sta succedendo.
Un mese fa pesavo 50 chili per un BMI di 17,1. Oggi ne peso 55 per un BMI di 18.8
Non riesco a studiare perché tutto il giorno il mio cervello frantuma pensieri e macina seghe mentali. DI OGNI GENERE E DI NESSUNO. Non hanno un filo logico. Penso a tutto e non penso a niente. Penso al cibo, al peso, alla bilancia. Poi penso che devo studiare, che sono una fallita, che non ci riuscirò mai a intraprendere questo percorso.
Ho un serio bisogno di trovare un modo per concentrarmi. Qualsiasi modo.
Ho bisogno, aiutatemi, si accettano consigli di ogni genere.

martedì 1 aprile 2014

Ormai è un delirio.

L'ultima volta che ho scritto stavo vomitando i resti di un'abbuffata nel silenzio di camera mia. Sono passati 10 giorni e le cose non sono migliorate, mi dispiace per voi, per i miei che tanto stanno soffrendo per questa situazione. Mi dispiace per la mia migliore amica che continua ad osservare impotente i miei peggioramenti e non fa che angosciarsi. Strano ma vero, mi dispiace per tutti tranne che per me, anche se ci sono seri motivi che io schiatti da un momento all'altro.
Distrubo anoressico-bulimico. Finalmente ho anche io un'etichetta, YEAH. Insulso tentativo di catalogare qualcosa che già di per sé è caotico e comprendente milioni di atteggiamenti e definizioni al suo interno. Tutto questo mi fa ridere. Negli ultimi dieci giorni ho perso ripreso perso più o meno 4 chili.
Il mio regime alimentare...?
1) Non mangio niente che non sia liquido e senza calorie
2) Quando mangio, sopraffatta dal senso di gonfiore,  corro in bagno e vomito tutto.
Ma...aimé...qui arriva il lato peggiore.
A volte infatti, sogno abbuffate apocalittiche, e mi metto pure all'opera per portarle a termine.
L'ultima e più recente...? quella di oggi.
Appena tornata dall'università, salgo in casa solo per prendere le chiavi della macchina. Scendo freneticamente come se stessi per perdere il treno, salgo in auto e guido fino al discount più vicino.
Compro di tutto: dai tramezzini, ai biscotti di pastafrolla, i buondì al cioccolato, le crema spalmabile bicolore, crostatine alla nutella, bounty, kit-kat. E non so nemmeno se ho messo tutto. NATURALMENTE come è prassi, ingurgito il tutto bagnato con latte vegano (tanto per non sentirmi ancora più schifosa) e dopo tanti sforzi, cosa che non era mai accaduta, vomito anche l'anima.
Ma non è questo il bello, o l'ilare se così si può definire, della situazione.
Quello che non è normale e di cui mi sorprendo sono le mie reazioni.
Nelle due settimane in cui non ho scritto ho rischiato varie volte di morire. Giusto per citarne alcune: mentre trituravo chili di pizza ero sul punto di soffocare. Una cosa simile è successa mentre vomitavo; per poco non soffocavo. L'altro ieri mi sono ingozzata di verdure, fresche e non, congelate e non. E lì si che ho toccato il culmine. Mi sono sentita male, giravo per casa come una boa alla deriva chiedendo aiuto. Evidentemente le verdurine si sono messe a combattere tra di loro nel mio stomaco e a richiamare acqua. E boom! Ecco che mi trasformo in una sottospecie di pesce palla più morto che vivo.
Ho avuto paura che mi scoppiasse lo stomaco. Che letteralmente rimanessi con i visceri all'aria a causa di una rottura gastrica.
Ma, ahimé, non so quali fossero i programmi del buon Dio, non mi è successo niente; mi sono tranquillizzata, ho tenuto la borsa dell'acqua calda e poi ho FINALMENTE vomitato tutto.
Ma non finisce qui: parappapaaaa non smetto mai di sorprendervi!!!
Altro episodio ieri, da ricovero proprio.
Stesse dinamiche ormai conosciute anche dalle meno esperte: INIZIA CON UN MORSINO-MANGIA TUTTA LA DISPENSA-CORRE A VOMITARE.
ah..no aspetta. Ieri non mi hanno permesso di "drogarmi". Cosi mi sono ritrovata carponi sul pavimento e urlare come un'indemoniata, mio padre che mi pestava per farmi stare ferma, io che correvo al bagno, tentavo di vomitare (vomitare cosa poi) e di tagliarmi il più possibile.
La porta naturalmente chiusa  a chiave, io che non sentivo ragioni, mia madre che piangeva.

E poi il chiasso dei vetri, la finestra rotta per recuperare quanto di me restava: uno schifo, un danno della natura, un peso per tutti.

E allora mi chiedo, perché continuo a fare tutto esattamente come sempre? Perché non ho la forza di cambiare questo schifo?

martedì 18 marzo 2014

ORE 02.06

Sono chiusa in camera a vomitare nel cestino della spazzatura chili di cibo.

MI. FACCIO. SCHIFO.

lunedì 17 marzo 2014

NON CE LA FACCIO PIU'.

Avrete pensato che fossi morta.
In un certo senso è così, ma QUANTO morta non lo so. Potesse esserci un misuratore del grado di mortalità, penso che sarei ad un livello elevato. Invece purtroppo a questo mondo la definizione di morte è univoca e per questa società io sono ancora biologicamente viva. 
Forse fisicamente un po' deperita, ma ancora viva.
Sarò sincera: non ho sentito il bisogno di scrivere per molto tempo, perché per molto tempo ho continuato a ingoiare il dolore quotidiano nella speranza che quello che stessi facendo mi portasse almeno un po' di sollievo e felicità. Invece non è successo niente, anzi le cose sono andate peggiorando fino ad ora, fino a distruggermi e a privarmi di qualsiasi capacità di sorridere alla vita.
Sono successe così tante cose da quando ho scritto l'ultima volta. E' passato un mese e mezzo. Vi ho lasciato che pesavo 60 kili, torno che ne peso 53. 
Non mangio, non mi va più.
Oppure mi abbuffo, poi mi chiudo in bagno, apro il rubinetto, bevo fiotti d'acqua fino a sentire lo stomaco che scoppia e vomito. Vomito tutto. Insieme al cibo vomito i dolori e i rimpianti di giornate tristi, accumulate tutte sul mio stomaco. Vomito il dolore per quel ragazzo che, un mese fa, mi ha strappato quella verginità che da 20 anni custodivo come il bene più prezioso, usandola e calpestandola a suo piacere.
Vomito l'ansia di attendere il giorno in cui l'ultima udienza del ricorso che ho vinto deciderà se posso sentirmi definitivamente una studentessa di medicina, anche se tutti mi dicono che è solo una proforma. 
Vomito il fastidio che causo a tutta la mia famiglia, che, come un brutto sortilegio, si riflette su di me e mi costringe a letto giornate intere. 
Ho tutto, ma non ho niente.
Più sparisco, più mi sento ingombrante.
La bilancia è la mia migliore amica, compagna fedele che gli ultimi mesi mi ha dato solo soddisfazioni.
La psichiatra mi ha messo alle strette: una lista di ordini che già sa che non rispetterò mai. Non da sola.
"BUTTA LA BILANCIA.
MANGIA NORMALE.
SMETTI DI VOMITARE.
SE CONTINUI COSI', L'UNICA VIA E' IL TSO".

E io mi barcameno in questo delirio malato di effimera onnipotenza.

Io non mangio, non ne ho bisogno. O almeno credo.
Digiuno giornate intere, ma non lo faccio nemmeno più per il peso. Il peso scende? bene, sono contenta, o forse no, o forse mi lascia indifferente.

Vomito pezzi di vita calpestati, trinciati, rovinati per sempre.

E non mi rendo conto che quella vita che butto nel cesso è la mia, che nessuno me la darà indietro e che ci sono cose a cui non si può rimediare, come il dolore all'esofago, segno evidente di una esofagite in arrivo, il dolore ai muscoli, il corpo intero che non perdona. 
Ma io continuo, non lo so perché. 
Loro continuano a fare domande, e io continuo a dire che le risposte non ce le ho. Perché é vero: non ci sono risposte, ci sono solo fatti e avvenimenti che accadono.
Il perché non cambia niente, non cambia le conseguenze. L'avvenire avviene e basta, fine della storia.
Forse questo è il mio destino, morire di fame.

domenica 2 febbraio 2014

Solitudine è il mio secondo nome.

Amo stare da sola, non mi fa paura.
Anzi io voglio stare da sola.
Ho sempre più difficoltà ad avvicinarmi a persone di sesso maschile e ad intraprendere relazioni. Non che sia dell'altra sponda, e anche fosse non ci sarebbe niente di male; ma quello che provo io è un insieme di indifferenza e ribrezzo.
E' un po' di tempo che ci penso, da quando è capitato qualche bacio con un ragazzo, che dice di volermi a tutti i costi. Io non so quale sia il motivo, perché accada, ma quando succede che qualcun altro mi tocchi il corpo, mi baci, io mi sento male. Dentro di me inizia a salire un profondo senso di vergogna e orrore nei confronti di me stessa e del gesto che sto facendo.
Io ODIO che qualcuno mi tocchi.
La vivo come un'invasione, e nessuno, adesso, deve invadere il mio spazio.
Devo trovare le parole giuste per scrollarmi di torno tutte queste persone che mi vogliono, credendo che io sia magnifica.
Non lo sono, quando se lo metteranno in testa?
E io non le voglio, non so perché ma voglio stare da sola, anche se ho 20 anni e solo qualche storiella futile alle spalle.
Anche se ancora sono vergine (ecco si, ve l'ho detto) e non mi sono mai innamorata.
Anche se dovrei aver voglia di amare ed essere amata, perché questa sarebbe la normalità.
Ma se fossi normale, sarei tante altre cose, e non quello che sono.
Perché se fossi normale, se fossi sana, non andrei a letto la sera giocando a quante ossa riesco a scovare a fare capolino da sotto la pelle.
Se fossi normale amerei: me stessa, gli altri, il mio corpo e tutto l'aspetto carnale che ne deriva.
Ma, aimé, non lo sono.

sabato 1 febbraio 2014

Sparisco, poi ritorno. E questa volta col vegan.

Buona sera mie bellezze, non pensate che mi sia dimenticata di voi. Sono sparita per settimane, mesi forse, ma non vi ho dimenticate; ho continuato a scorrere la bacheca di Blogger leggendo quello che scrivevate, nella speranza che dalle vostre parole sorgesse qualcosa di buono, sia per voi, che per me, perché davvero ne avevo bisogno. 
Ho passato, e sto ancora passando, un periodo terribile. Dopo l'ennesima batosta con la graduatoria di medicina del 18 Dicembre, la mia vita ha iniziato un volo in picchiata, trascinandomi nell'oscurità più intensa che abbia mai visto da quando sto male. La mia ossessione per le calorie e per quel maledetto numero sulla bilancia è peggiorata enormemente. Forse per colmare la delusione e il vuoto lasciato nella mia vita da tutto quanto, mi sono concentrata, per l'ennesima volta, sull'obbiettivo di dimagrire. E ancora adesso è la prima cosa a cui penso la mattina, l'unica che mi accompagna costantemente durante la giornata, e l'ultima che mi dà la buonanotte la sera. Dal 18 Dicembre ad ora sono dimagrita 6 chili, ritornando a quel peso che solo pochi mesi fa mi sembrava irraggiungibile. 
La mia vita è una lotta continua: mi sveglio ogni giorno con il pensiero di mangiare il meno possibile. A volte sono 200, a volte 400 altre 600 calorie al giorno. O altre volte ancora digiuno: do il via al contatore e aspetto eccitata il momento in cui il mio corpo, stremato dalla stanchezza, dovrà cedere aL minimo granello di cibo. Le abbuffate non si susseguono più giorno dopo giorno, no. La potenza e la forza che sento nel dimagrire mi bastano, anche se poi sono io che non mi basto mai. Perché poi ci sono giorni in cui inizio a pensare che non sarò mai magra ABBASTANZA, o bella ABBASTANZA, o leggera ABBASTANZA. E allora capita che ricada in qualche abbuffata, come oggi, che finisce col costringermi al bagno, a lacerarmi lo stomaco per 30, 40 minuti. Le mattonelle fredde che si scontrano con le ginocchia, le braccia che vorrebbero strappare lo stomaco dal torace, ma invece stanno lì a sorreggere un corpo in preda agli sforzi. Quante volte ancora dovrò vivere tutto questo? 
Ma va bene così, è quello che mi merito. Io non merito di mangiare, il cibo non è stato creato per me. 
Si ricomincia, come ogni volta. La sfida di oggi? 72 h di digiuno.
E poi? Dove andrò a finire?
Una parte di me, ancora razionale, capisce che sto solo sprecando tempo.
Eppure c'è l'altra metà, così fragile e ingenua, che soccombe al richiamo affascinante di tutto ciò.
Voglio vivere.
No, voglio dimagrire.
No, non lo so.
Voglio lottare, questo lo so. Per cosa ancora forse è un quesito aperto, ma so che non posso permettermi di fermarmi e lasciare che la mia vita ammuffisca insieme alle pareti di questa stanza in cui passo la maggior parte delle giornate.
Prima di lasciarvi voglio aggiungere due cose:
1)Non so se tutte sapevate che da un anno circa ero vegetariana, ma comunque vi informo che da un mesetto sono passata al vegan, per motivi etici naturalmente, il DCA non c'entra niente con questo. La cosa non mi crea per niente fastidio, anzi mi fa sentire molto bene. Ammetto che inizialmente è stato difficile, ma abituandosi, niente è impossibile!
2)Non voglio sparire di nuovo, perché sparire vorrebbe dire cadere ancora di più nella solitudine e nel buio più totale, quindi, vi prego, aiutatemi.
 GRAZIE