Esistono due tipi di abbuffate: quelle fatte all'improvviso, e quelle programmate. Nel primo caso l'azione è così veloce che il cervello non fa in tempo ad avvisare lo stomaco, e quest'ultimo, poverino, si ritrova sommerso di qualsivoglia ben di Dio trovato nella dispensa. Nel secondo caso, preventivamente, da grande furbone che siamo, pianifichiamo il tutto e spesso ci rechiamo addirittura al supermercato, dove spendiamo parte delle nostre misere risorse finanziare per comperare del cibo che poi irrimediabilmente si riversa nel water. Ecco, oggi io appartengo a quelle che usufruiscono del secondo metodo. La differenza a parere mio tra i due casi è ciò che si prova mentre avviene il misfatto. Di solito quando mi abbuffo in casa, presa così all'improvviso da ansia e disperazione, non mi rendo nemmeno conto di quello che ingurgito e dopo aver vomitato mi sento sempre immensamente confusa oltre che gonfia. Oggi invece ho programmato il tutto. Già quando mi sono svegliata avevo capito che era giornataccia nel momento in cui leggendo un messaggio di A. che mi diceva di vederci oggi, mi sono resa conto che non avevo la minima voglia di vederlo neanche da lontano. E così, senza quasi rendermene conto, alle 14 e poco più ero in macchina diretta verso il supermercato. Sono entrata e come un razzo mi sono diretta al reparto dolciumi dove con cura mi sono scelta le bontà migliori e sono uscita sentendomi una (una schifosa cicciona) ladra con in mano una busta contente: 1 confezione di 18 quadretti di riso soffiato ricoperti di cioccolato, 1 confezione di 12 biscotti alle mandorle, 1 confezione di 7 bounty, 1 confezione di 10 quadretti di wafer. Ho mangiato quasi tutto. E sto scrivendo ora dopo aver passato 2 intere ore al bagno. Oggi penso di aver rimesso anche l'anima, dato che (scusate il disgusto) ho intravisto i fagiolini che mi sono mangiata per pranzo. Ma a differenza delle altre volte non sono così triste: questa è la mia quiete dopo la tempesta. Mi sento libera, vuota, non sono confusa, so di aver completato l'opera e in un certo senso mi sento purificata dalle schifezze, anche se so naturalmente che non le ho eliminate tutte. E non sono nervosa. Non lo sono mai dopo avvenimenti del genere, nemmeno dopo essermi tagliata. Spesso capita che sia depressa e che poi non abbia voglia di vedere più nessuno per il resto della giornata, preferendo il buio della mia stanza e il caldo delle coperte, ed anche oggi infatti è così, però mai rimango nervosa. Questi atteggiamenti (il vomito e l'autolesionismo) sono per me una sorta di anti-stress contro la vita, un qualcosa con cui liberarmi di tutta la mia rabbia. E' come se mi volessi liberare del nervosismo che provo nei confronti di certe persone o avvenimenti. E' come se metaforizzassi attraverso l'abbuffata la mia situazione. E allora ingerisco il cibo; lo faccio passare attraverso il mio esofago, lo accetto nel mio stomaco, ma non gli permetto di influire nel mio corpo, vietandogli l'ingresso nell'intestino e respingendolo via da dove è venuto. Allo stesso modo faccio con le situazioni che mi mettono in angoscia: esse entrano senza che io possa controllarle nella mia vita, le osservo, ci rifletto, ma poi mi volto, fuggo, e lascio passare senza che esse influenzino il mio stato d'animo. O almeno questo è quello che credo.
Mi sento mille persone diverse in una e sono arrivata ad una conclusione: non potrò mai essere la persona precisa e diligente che non sgarra mai.
Il periodo di controllo rappresenta la vera me, quella impostata e calma che dà un certo ordine alla sua vita.
Ma qualche volta vengo turbata da ciò che accade all'esterno e allora emerge il lato oscuro, quello bulimico/autolesionista.
La mia vita è un tira e molla di alti e bassi, ed è per questo che non posso accettare qualcuno che la stravolga rendendomi nervosa, perché ora come ora non sono in grado di reagire come le persone normali a quello che succede al di fuori di queste quattro mura.
Devo restare sola, perché finché non metto a posto le cose con me stessa, è impossibile che riesca a farle funzionare con qualcun altro.